Ceramiche Refin vi da’ il benvenuto nella nuova sede aziendale: più ampia, più funzionale e più accogliente, costruita secondo i criteri di eco-sostenibilità. Un progetto di sede istituzionale integrato nel piano di riorganizzazione ed ampliamento dell’intera area industriale e firmato dagli architetti Enrico Mussini e Simone Testi. Una nuova sala espositiva a firma di Duccio Grassi, noto per le numerose progettazioni di spazi commerciali di prestigio.
Il progetto
L’edificio All’interno della revisione complessiva dell’area industriale Refin è stata inserita anche la nuova sede uffici, che si sviluppa su tre piani dove gli ambienti operativi di lavoro e le aree espositive e di rappresentanza sono ben integrate tra di loro. Una hall al centro dei tre piani, posta su un livello sfalsato e complanare con l’esterno, diventa fulcro di tale integrazione, individuando relazioni e stimolando rapporti.
Il primo piano, parzialmente semi-interrato, si apre verso una porzione del giardino scavata alla medesima quota, complementare alle zone dedicate all’accoglienza dei visitatori ed ai servizi loro offerti. Nella porzione semi-interrata, illuminata da ampie finestrature a nastro che corrono su entrambi i lati lunghi, trova spazio la sala mostra, al cui progetto di interior ha lavorato l’arch. Duccio Grassi.
L’ingresso principale alla palazzina è posizionato a livello del marciapiede pedonale, evitando così ogni barriera architettonica. Varcata la “bussola” d’ingresso, si accede alla reception contenuta all’interno del volume mono-piano sporgente rispetto al filo principale della facciata. Tale corpo, visivamente piacevole e proporzionato, si apre nel doppio volume della hall, dove indicazioni precise sull’intero sistema distributivo dell’edificio, rendono ottimale l’orientamento del visitatore.
Gli uffici, siti ai due piani superiori, si sviluppano attorno al corridoio che taglia longitudinalmente il piano per tutta la sua lunghezza, in questo modo su ogni lato si ha sempre una prospettiva aperta verso l’esterno. La posizione disassata del corridoio definisce automaticamente due aree di profondità e peculiarità diverse. Da una parte, affacciati sul fronte sud-est, gli uffici di piccole dimensioni, divisibili in due o tre unità affiancate, anche comunicanti tra loro. La flessibilità nella divisione di questi spazi ha suggerito la realizzazione di nicchie attrezzate poste tra le finestrature, che funzionino da vere e proprie armadiature a servizio dei singoli uffici. Sull’altro lato del corridoio vi sono uffici open-space di medie dimensioni, divisibili almeno in due settori in caso di necessità future. La parete finestrata è rivolta a nord-ovest. L’illuminazione di questi spazi avviene grazie a lunghe finestre orizzontali, apribili a vasistas, poste ad altezze tali da rendere possibile un controllo naturale dell’illuminazione stessa e dell’areazione. In posizione baricentrica rispetto ai due tratti di corridoio si trovano due grandi pozzi di luce, apribili in copertura, che funzionano da efficaci camini di ventilazione, in quanto eliminano l’aria calda estiva, e che illuminano il corridoio e gli uffici che vi si affacciano. Il solaio è realizzato con travature lignee che formano un cassettonato di grandi dimensioni. In corrispondenza dell’ampio vano d’ingresso le travi sagomate donano un taglio trasversale dell’edificio.
La sala mostra
Il brief per la realizzazione della sala mostra erano molto precisi: presentare, accogliere, comunicare, ospitare la ceramica. Duccio Grassi lo ha interpretato partendo da una riflessione: le persone e il loro modo di vivere il mondo Refin. Gli ospiti sono invitati “senza trucchi”, con i soli effetti speciali della materia e della luce, a vedere meglio e “oltre” un materiale antico quanto le civiltà per: scoprire/conoscere i materiali grezzi, origine della ceramica, e percorrere l’avventura della trasformazione della materia, attraverso i video, fino alle ambientazioni contemporaneee, shop, spa, living, bathroom e office; sentire l'armonia tra i volumi, chiusi e misteriosi, ma anche aperti con tagli sorprendenti sugli allestimenti interni; seguire la fuga prospettica all’ingresso, un piano specchiante nero lungo 9 metri, e percepire il fuoco visivo sulla zona dei totem in ceramica artistica; toccare/conoscere la materia, dal materiale grezzo esposto su teche al centro dello spazio, alle ceramiche sottili che oscillano e si muovono su giunti cardanici, istallazione sensoriale di superfici lucenti.